martedì 11 maggio 2010

Le nuove stelle della politica italiana - Luca Zaia


Detentore del record di più giovane presidente di provincia eletto in Italia, vicepresidente della Regione Veneto, apprezzato Ministro delle politiche agricole e forestali e da ultimo neopresidente della sua amata regione. Una carriera rapida e piena di successi quella di Luca Zaia, leghista doc dai modi spicci e dal sorriso genuino. Nella mente e nel cuore, insieme alla militanza leghista, c’è “Prima il Veneto”, come recita il suo ultimo slogan. “Siamo tutti figli della Serenissima, fondata sull’idea della sua autonomia” racconta della sua famiglia, formata da papà Giuseppe e mamma Carmela. Nato a Conegliano il 27 Marzo 1968, l’ambizioso Luca approda all’Istituto Cernetti, la più antica scuola enologica d’Europa con l’obiettivo di iscriversi in seguito alla facoltà di Veterinaria. Leggendaria, fin da bambino, la profonda passione per gli animali ma sono i cavalli il suo vero amore. Dopo essere stato promosso con il massimo dei voti alla maturità, puntuale arriva l’iscrizione a Veterinaria presso l’università di Parma. Impegni di lavoro conducono lo studente modello a Udine, dove si iscrive alla facoltà di Scienza della produzione animale, conseguendo la laurea nel 1993. Cameriere, uomo delle pulizie, muratore, docente privato di chimica, istruttore di equitazione, operaio in un’impresa di pellami. E’ infinito l’elenco dei mestieri intrapresi da uno degli uomini di punta del Carroccio, che trova perfino il tempo per fare il pr in discoteca e l’organizzatore di feste. Dal punto di vista formativo, una tappa essenziale è rappresentata dal servizio civile, che assolve nel piccolo comune di Altivole, in provincia di Treviso. Ma il grande amore della sua vita è la Lega. Giovanissimo si iscrive al partito. Nel 1993 la prima campagna elettorale alle amministrative per il consiglio comunale di Godega di Sant’Urbano. Eletto con 61 preferenze, diventa capogruppo. Nel 1995 tenta l’approdo in consiglio provinciale. E’ un trionfo! 3961 voti conquistati gli valgono la nomina di assessore all’agricoltura. Nel 1998 la Lega si presenta da sola al test elettorale per il rinnovo della giunta provinciale di Treviso. Il titolare delle politiche agricole coglie una vittoria davvero preziosa, diventando il più giovane presidente di provincia in carica. Fra gli obiettivi più importanti centrati dal capo della giunta provinciale c’è il capitolo legato all’assetto infrastrutturale : 400 rotatorie, diciotto istituti scolastici nonché il piano strategico per la Provincia che coinvolge, in qualità di città gemellate, Barcellona, Glasgow e Lione. Grande rilevanza viene riservata al ridisegno complessivo della logistica provinciale, a cui si aggiunge il recupero del complesso di Sant’Artemio, una vasta area con importanti edifici d’epoca che vengono restituiti al loro valore pubblico ed alla cittadinanza, inserito nel più ampio progetto di valorizzazione del patrimonio edilizio. Rieletto nel 2002 con 240211 preferenze, l’astro nascente del Carroccio si dedica anima e corpo all’implementazione del progetto di sicurezza stradale, grazie al quale viene sensibilmente ridotto il numero dei morti sulle strade trevigiane, fra le più insanguinate d’Italia, che passano da 187 a circa 60 all’anno. Il 2005 è l’anno della nomina a vicepresidente della giunta regionale. Simbolo della buona amministrazione leghista, all’ex presidente della provincia vengono assegnate le deleghe all’Agricoltura ed al Turismo. “Umbrella brand”. E’ questo il nome dell’operazione con cui il numero due dell’amministrazione regionale rilancia la promozione turistica del territorio, utilizzando le numerose manifestazioni fieristiche nazionali e internazionali in cui la regione opera da protagonista. Fra le priorità del vice Galan c’è la battaglia in difesa della lingua e dell’identità veneta, un punto nodale nell’azione amministrativa e politica del futuro ministro dell’Agricoltura :”Combattiamo contro quel vero e proprio olocausto linguistico – ha sentenziato – che vorrebbe far scomparire le lingue locali”. Vinte le elezioni del 2008, Zaia entra a far parte della compagine governativa. Dove? Ma al dicastero dell’Agricoltura naturalmente, dove si prodiga senza sosta a rimettere in carreggiata “l’azienda agricola italiana”, riportandola al centro dell’agenda politico-istituzionale nazionale in un momento di crisi del settore a livello planetario. Pronti, via! Ed il neoministro indirizza subito la sua attenzione sulla difesa del made in Italy, sulle biodiversità e sulla difesa delle produzioni nazionali da un malinteso principio liberista e globalista. Caparbio e determinato, l’esponente dell’esecutivo Berlusconi riesce a strappare all’Ue 4,3 miliardi di euro di investimenti in innovazione, qualità, aggregazione e misure volte a favorire il ricambio generazionale. Risolta l’annosa questione delle quote latte, il giovane ministro vara il riassetto del personale con una diminuzione media di oltre il 50% delle assenze dal servizio oltre al via libera dato al piano triennale dei costi, che si è tradotto in un risparmio di 2,5 miliardi di euro. Fra le azioni più incisive per l’abbattimento della burocrazia rientra inoltre l’approvazione in via preliminare da parte del Consiglio dei ministri del primo Codice agricolo nazionale, che accorpa e semplifica il quadro legislativo dell’agricoltura italiana per migliorare l’efficienza amministrativa e la facilità di fare impresa riducendo il peso della burocrazia che grava sulle aziende agricole. Grazie all’immenso lavoro sul campo e alla capacità di risolvere i problemi del comparto agricolo, diventa in breve tempo uno dei ministri più amati. Proprio la notorietà e la conclamata capacità amministrativa, consentono a Zaia di essere scelto come candidato del centrodestra alla Regione Veneto sulla poltrona che fu di Galan. E’ una cavalcata trionfale che lo porta a vincere con il 60,1%. Federalismo e rilancio del tessuto produttivo veneto sono le prime sfide che attendono al varco il primo governatore leghista della regione, chiamato a mettere in pratica il motto della sua campagna elettorale “Prima il Veneto”.

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