lunedì 17 maggio 2010

Elezioni Comunali - Aosta

E’ il capoluogo più piccolo e meno popolato d’Italia, ubicato in una regione a cavallo fra due nazioni e circondata da incantevoli rilievi montuosi. Il 23 Maggio Aosta è chiamata alle urne per scegliere il prossimo sindaco. La notizia potrebbe essere rapidamente archiviata ad evento privo di importanza se non fosse che, nonostante si tratti di una realtà locale piuttosto piccola, il turno elettorale alle porte non sia scevro da una serie di peculiarità ed interessanti novità che non saranno certamente sfuggite ai palati più fini ed agli amanti dei test elettorali più disparati. La novità più rilevante riguarda la rottura dello storico patto che per decenni ha tenuto assieme i movimenti autonomisti, Union Valdotaine in testa, e i partiti della sinistra moderata. Dopo decenni di collaborazione, il movimento guidato da Ego Perron ha deciso di tagliare i ponti con i partiti di centrosinistra avviando una fase di progressivo avvicinamento alle forze politiche che a livello nazionale reggono le sorti del governo Berlusconi. La virata tuttavia non è stata indolore bensì ha rappresentato l’esito di una lunga quanto laboriosa consultazione della base. Dietro la strategia del movimento autonomista valdostano c’è innanzitutto la volontà di guadagnare visibilità e peso strategico, contando di più sullo scenario politico nazionale in vista dell’approvazione dei decreti attuativi sul federalismo fiscale, tema molto caro alle forze autonomiste. L’inedita alleanza, che ha sdoganato il Pdl e la Lega, da sempre all’opposizione, ha portato ad uno sconvolgimento dei tradizionali assetti politici. Detta così la sfida sembrerebbe dunque segnata ma il cammino verso l’affermazione dell’inedita accoppiata Pdl-Uv è costellata di dubbi ed interrogativi che rendono meno scontata di ciò che appare una vittoria sulla carta ampiamente alla portata. Non è detto infatti che la nuova geografia politica venga accettata dall’elettorato, solitamente poco incline a cambiamenti repentini e improvvisi sconvolgimenti. La questione fondamentale è legata alla tenuta elettorale della nascente alleanza allargata al centrodestra, la cui forza è tutta da dimostrare ed attende il via libera dell’elettorato. La sfida vede tre coalizioni in campo a contendersi la guida della città. La coalizione autonomista, sostenuta dal centrodestra, candida Bruno Giordano. “L’accordo per Aosta serve a portare avanti un progetto che non può svilupparsi se non con una disponibilità finanziaria piuttosto cospicua. Non è più il programma di “Aosta capitale” di una volta – ha spiegato il presidente della Regione, Augusto Rollandin - con quelli che sono i fondi messi a disposizione per quattro rotonde e alcuni miglioramenti. Questo è un progetto che prevede una serie di investimenti molto alti e che quindi vanno misurati in un confronto che sarà politico. Il programma dovrà essere visto come un accordo a livello regionale, il che porta ad un dibattito che sarà realizzato su questi temi per avere le convergenze e le disponibilità finanziarie che passano attraverso una serie di disposizioni collegate anche a quella che sarà l’attuazione del federalismo fiscale”. L’obiettivo è quello di vincere al primo turno puntando su un programma elettorale a metà fra continuità e innovazione, come ha confermato l’aspirante primo cittadino indicato dal cartello autonomista Bruno Giordano :"Oggi Aosta è un moderno capoluogo di regione e noi vorremmo farla diventare la capitale della nostra autonomia, capace di guardare al futuro, cambiando nel ruolo e contemporaneamente cambiando nel volto. Lo vogliamo fare perché riteniamo che le grandi opere saranno in grado di migliorare la qualità della vita, in primis dei nostri concittadini e anche dei tanti visitatori che crediamo di poter ospitare nel prossimo futuro nella nostra bellissima città, una città rinnovata, di respiro europeo che fonda i suoi presupposti sul nuovo progetto universitario che contribuirà, oltre ad arricchirla dal punto di vista culturale, anche a quel naturale riequilibrio fra giovani e meno giovani perché il trend annuale di Aosta purtroppo vede un progressivo e costante invecchiamento della nostra popolazione”. Lo schieramento “Aosta che vogliamo” formato da Pd, Italia dei Valori, Sinistra Ecologia e Libertà insieme al Partito socialista scommette invece sulla candidatura di Michele Monteleone, consigliere comunale uscente. Terzo incomodo Carlo Curtaz, appoggiato dall’Alpe e dagli altri partiti che si posizionano a sinistra del Pd. Cinque anni fa a vincere fu Guido Grimod, espressione della consolidata (all’epoca) alleanza Pd-Uv, con il 57,4%, seguito da Roberto Luovin, appoggiato da Rifondazione, Verdi e Partito popolare valdostano con il 33,1%. Magro invece il bottino per i due aspiranti sindaci espressione del centrodestra : appena il 6,6% andò all’azzurro Ettore Vierin mentre il candidato di An Domenico Aloisi si fermò al 2,4%. Il quadro si è completamente capovolto rispetto a cinque anni fa. Riuscirà la “strana coppia”, Uv-Pdl, a portare a casa un risultato storico destinato ad avere contraccolpi anche sulla giunta regionale e nella Conferenza Stato-Regioni o arriverà l’immancabile colpo di scena? Per saperlo basterà attendere pochi giorni …

Al
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